3. Epicuro: etica epicurea (felicità, piacere, amicizia)

Описание: L’etica epicurea consiste nella ricerca della felicità, ossia del piacere.
Il piacere è il principio e il fine della vita beata. Raggiungo il piacere grazie al criterio della scelta, mediante il quale valuto ogni bene.

Per Epicuro la ricerca del piacere, ossia della felicità, non è una forma egoistica, ma coincide con l'ordine dei doveri naturali e dei piaceri naturali.
Per il filosofo il piacere è un piacere moderato, poiché bisogna fare una scelta delle conseguenze e le mie azioni non devo creare problemi agli altri.
Come abbiamo già visto nella scorsa puntata, Epicuro distingue il piacere stabile, ossia catastematic, da quello in movimento, cioè cinetico. L’atarassia, ossia l’assenza di turbamento dell’anima e l’aponia, cioè l’assenza di dolore fisico, sono piaceri stabili. Per raggiungere l'assenza di turbamento e l'assenza di dolore fisico, Epicuro fa un calcolo dei bisogni.

Egli distingue i bisogni in:
• naturali e necessari, come il mangiare e il bere,
• naturali e non necessari, come il mangiare caviale e bere champagne tutti i giorni
• non naturali e non necessari, ad esempio guidare macchine di lusso.

La felicità per Epicuro è negativa, perché risiede nella distruzione del dolore e per questo si deve rinunciare a quei bisogni e a quei piaceri procurano turbamento. Bisogna fare un calcolo delle conseguenze, scegliendo quei piaceri che non procureranno in futuro grandi dolori e sopportare quei dolori che porteranno ad avere un grande piacere.

Epicuro rinuncia all’edonismo, ossia al piacere sfrenato, poiché il piacere di cui parla è un piacere moderato. Per essere felici dobbiamo scegliere i bisogni naturali e necessari.

L'etica epicurea identifica la felicità con il piacere, ma non per questo può essere risolta in una semplice prospettiva edonistica. Epicuro invita l'uomo a valutare i propri desideri, in modo da accogliere solo quelli che non possono essere causa di dolore e di sofferenza. Egli introduce nel «calcolo» dei piaceri la riflessione e la razionalità. Grazie alla saggezza gli uomini scelgono i piaceri e i bisogni da perseguire.

Epicuro dona delle massime, cioè dei precetti che aiutano gli uomini a vivere meglio.
Egli afferma: «di tutte le cose che la saggezza ci offre per la felicità della vita, la più grande è di gran lunga l’acquisto della felicità». (Massime capitali, 27)

L'amicizia nasce dall'utile, ma è un bene di per sé. Il vero amico, per Epicuro, è colui che non cerca sempre l'utile, né chi non congiunge mai l'utile all'amicizia. Il vero amico non ricerca vantaggi dall'amicizia, ma quando è il momento sa aiutare gli amici in difficoltà.
L’edonismo, ossia la ricerca di un piacere senza freni, entra in conflitto anche con la nozione di saggezza secondo la concezione epicurea. Il saggio persegue la saggezza indipendentemente dall'utile. Il saggio non commette un'ingiustizia, anche se il suo gesto resta nascosto, non avrà conseguenze negative.

Per Epicuro: «È non solo più bello, ma anche più piacevole fare il bene anziché riceverlo» (Frammento 54)
Il piacere giustifica la solidarietà fra gli uomini. Tuttavia, il moto di Epicuro è «vivi nascosto», poiché invita gli uomini al vivere nascosto, cioè a non occuparsi di politica. L’ambizione crea solo turbamento nell'animo umano.

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A presto. Dott.ssa Laura Pirotta, psicologa clinica.

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