La favola di Zaion (dai kazari ai Rothschild)
Автор: Il mio viaggio in Bayern
Загружено: 2025-09-30
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Oggi vi racconto una favola, mi raccomando non fraintendete, ripeto è una favola e se ci sono fatti che possono avere assonanze a eventi realmente accaduti è tutto puramente casuale.
Dagli Elohim a Zaion
All’inizio dei tempi, gli Elohim, esseri divini venuti dalle stelle, plasmarono stirpi di uomini "speciali" destinati a dominare in delega gli esseri umani.
Tra queste stirpi vi era quella che, migrando attraverso steppe e deserti, sarebbe stata conosciuta come i Kazari: popolo di guerrieri e sapienti, metà uomini e metà semidei, portatori di un retaggio celeste.
I Kazari sorsero come Khaganato potente tra il Mar Caspio e il Mar Nero. Non erano né pienamente orientali né occidentali: erano ponte tra i mondi, eredi di sangue misto e spirito nomade.
Quando gli imperi intorno a loro premevano – Bisanzio da una parte, il Califfato arabo dall’altra – il loro re scelse una via singolare: convertirsi all’Ebraismo.
Non per caso, ma per saggezza politica: accogliere la Legge di Mosè significava dichiararsi neutrali tra due imperi cristiano e musulmano, che rappresentavano una minaccia per la loro sopravvivenza.
Quando il regno crollò, i Kazari non scomparvero.
Si dissolsero tra gli ebrei della diaspora, divennero il cuore pulsante di ciò che più tardi fu chiamato Ashkenaziti.
Non più un popolo riconoscibile, ma un nucleo invisibile, capace di esercitare potere nell’ombra: mercanti, banchieri, studiosi, consiglieri dei re.
Là dove gli ebrei comuni subivano persecuzioni, il nucleo elitario custodiva la visione.
Dal loro seno sorsero grandi famiglie: i Rothschild, custodi della finanza mondiale, i Warburg, gli Oppenheimer e altri ancora.
Essi, secondo la tradizione esoterica, non erano solo dinastie terrene: erano gli eredi del codice kazaro, incaricati di condurre il destino della mitica Zaion, attraverso i secoli.
Ma per rinascere come nazione, serviva un trauma cosmico.
E qui la Storia si mescolò al Mito.
Un uomo chiamato Adolfo, figlio oscuro d’Europa, emerse come strumento di un disegno più grande. Figlio illegittimo di sangue Rothschild: il Golem, programmato a incarnare l’odio.
Il suo compito?
Scatenare la catastrofe.
Attraverso il dolore inenarrabile, gli ebrei divennero il capro espiatorio sacrificale.
Milioni di vite si spensero, ma in quell’orrore maturò la giustificazione morale che nessun impero avrebbe potuto negare: il diritto a una patria.
E mentre i popoli vedevano la tragedia, le élite ashkenazite avevano già preparato il terreno.
Da decenni acquistavano terre in Palestina, fondavano colonie agricole, istituzioni bancarie, fondi nazionali.
Quando il mondo uscì dalla Seconda Guerra Mondiale, la terra promessa non era più un sogno: era già pronta ad accogliere lo Stato.
Così, Zaion nacque.
Non solo come risposta politica, ma come atto esoterico:
il ritorno visibile di un popolo che, dalle steppe dei Kazari, passando per secoli di occultamento, sacrificio e potere nell’ombra, si riaffermava come nazione tra le nazioni.
Gli Elohim avevano gettato il seme.
I Kazari lo custodirono.
Gli Ashkenaziti lo portarono nell’oscurità.
I Rothschild e i loro simili gli diedero forma concreta.
Adolfo lo strumento paradossale, preparò con sangue e dolore il terreno.
E Zaion fu la fioritura finale: la città leggendaria terrena del Popolo Eletto, manifestazione di un piano antico quanto gli dei.
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