Agamben ''io sono Averroista' il futuro è un dispositivo inventato dal potere [Agamben]
Автор: Mauro Marcenaro
Загружено: 2025-08-06
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Il futuro non esiste in sé, ma ci viene promesso, imposto, venduto.
Viene costruito come un tempo che dobbiamo raggiungere, per cui dobbiamo prepararci, che giustifica rinunce, obbedienze, sacrifici.
Agamben riprende da Foucault il concetto di dispositivo (dispositif):
“Un insieme eterogeneo di pratiche, discorsi, norme, architetture, istituzioni che hanno la funzione di governare i corpi e le condotte.”
Il futuro, in questa lettura, funziona come un dispositivo:
• Produce soggetti docili, perché li tiene sospesi in attesa o in tensione.
• Genera colpa (non sei ancora “abbastanza pronto”).
• Giustifica la gestione della vita in termini economici, prestazionali, morali.
Quando Agamben dice “io sono averroista”, sta:
1. Rivendicando una genealogia che passa fuori dalla scolastica cristiana e cerca un pensiero della potenza e dell’universalità dell’intelletto.
2. Alludendo al concetto di intelletto unico come base per un pensiero collettivo non ridotto all’individualismo moderno.
3. Prendendo posizione contro l’ontologia della realizzazione (che lui critica): l’idea che l’essere si definisca solo attraverso l’atto, la realizzazione, l’effettività. Averroè, e Aristotele letto da Averroè, offrono a Agamben un modello per pensare una potenza che non ha bisogno di attuarsi per essere reale.
4. Affermando un pensiero “eretico”: l’averroismo fu condannato come eretico nel medioevo (soprattutto per l’idea dell’intelletto unico e della negazione dell’immortalità personale). Agamben si sente vicino a questa forma di pensiero marginale e controcorrente.
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