Luciano Cilio - Primo Quadro della Conoscenza (Dialoghi del Presente 1977) [Dell'Universo Assente]

Описание: Luciano Cilio - Primo Quadro della Conoscenza (Dialoghi del Presente 1977) [Dell'Universo Assente]

Born: 1950, Napoli, Italy
Died: May 21, 1983 //

Un sentito ringraziamento a Girolamo De Simone, pianista e direttore della rivista di musiche contemporanee "Konsequenz".

http://www.konsequenz.it/cilio.htm
http://www.nazioneindiana.com/2009/01...

These recordings sound as they feel self contained, introspective, and determined, you can feel in the music a sort of necessity that can be rarely found, as in Bill Fay's "Time of the Last Persecution", or in Nick Drake's "Pink Moon": this enormous weight that is bearing on it's creators, the absolute need to exorcize it from their lives, a moment in time where you are invited to hear artists truly in contact with their existence. Luciano Cilio holds that moment in time, an authentic emotional testament, something to be cherished (...) from Jim O'Rourke liner notes

Born in Naples in 1950, Luciano Cilio has joined the universitarian studies in architecture and scenography to music, collaborating in the 60 and 70 with several non-conventional musicians (as Alan Sorrenti and Shawn Phillips) developing surprising intuitions about the relationship between gesture, words and music. Sitar and guitar virtuoso, excellent pianist, Luciano Cilio "essentially self-taught concerning the music composition" focused his research on long sustained sounds, on the sound in its primary and internal meaning, at the outset on the melodic, rhythmic and harmonic entities, to "re-enter in the sound, to hold it, to hold it... then to leave it to go.
His career officially begins in 1977 with the publication of a full-length album titled "Dialoghi del presente" (entirely included in this release along with several extra tracks) composed between the end of the '60 and early '70. In this record Luciano Cilio plays as a multi-instrumentalist, performing on piano, guitar, flute, bass and mandola, also joined by musicians coming from different experiences and areas. Unexpected, in 1983, the dead in suicide, at crest of his career, but also at crest of a production shuddering into silence. This edition presents his entire recordings, curated by Girolamo De Simone

Erano gli struggenti anni Settanta, e la napolitudine invadeva le classifiche discografiche. Luciano Cilio, un giovane che aveva collaborato con il Teatro Esse come attore e come musicista, decideva di tentare una performance doppia lungo le rive della Senna, con sitar ed altri strumenti. Proveniva dal sitar e dalla chitarra, ma suonava un poco anche il pianoforte. Aveva partecipato ai primi lavori di Alan Sorrenti, giungendo ad essere stimato anche nell'ambiente musicale degli orecchianti, o dei talenti non inscatolati nelle rigide partizioni tipiche della musica classica doc. Nel 1971 incideva alcuni brani nello studio del mitico Shawn Philips, per strumenti tradizionali o ancora per sitar. Cercava evidentemente di raggiungere e formare a sua volta il pubblico dei giovanissimi. Un pubblico per una nuova musica, davvero mai ascoltata, che Cilio affermava di sentire e perseguire seguendo l'utopia, coniata da altri, di una musica del futuro al di là "della retorica delle fabbriche occupate", delle barriere accademiche di cui si era stufato. Finalmente, nel 1977, riusciva a pubblicare un disco per la Emi italiana, vendendo pochissime copie, ma raccogliendo l'adesione entusiastica dei critici e dei colleghi della musica cosiddetta 'colta'. L'album, con brani di una bellezza struggente ed insuperata, si chiamava Dialoghi del presente, un presente rappresentato da chi aveva già raggiunto la consapevolezza che la fase inespressiva dello sperimentalismo era finalmente morta, e che sia Cage che Boulez erano eroi da superare. Dopo di allora, una serie di fortunate rassegne musicali, con l'ingresso nelle sale da concerto tradizionali, e la partecipazione ai più importanti dibattiti culturali della sua città, Napoli. Poi lo storico concerto per Demetrio Stratos di Milano. Inaspettata, nel 1983, la morte, giunta all'apice della carriera, ma anche al culmine di una fase della sua produzione assai prossima al silenzio. Da allora, Napoli ha dapprima tentato debolmente di commemorare il geniale compositore, poi l'uomo di cultura, invano. Ancora oggi tutto tace, eccettuate le poche iniziative prese da chi gli fu amico, lavorando con lui e conoscendolo. Un'altra scommessa perduta da una città che arrogantemente ritiene di essere una capitale della cultura.
(Girolamo De Simone)
Pubblicato dopo la commemorazione del 1993 per il decennale della morte.